mercoledì 22 giugno 2011

pane di segale




E' passato diverso tempo dall'ultima volta che ho preparato qualcosa di lievitato, ma ho continuato a nutrire la mia Pasta Madre che il 20 giugno ha compiuto 3 mesi! Così oggi, in occasione dell'ultimo rinfresco ho deciso di fare il pane. Tempo fa avevo comprato alla coop una farina di segale biologica e così eccomi a usarla.



MISCELARE

In una capace terrina miscelare 500 g di farina integrale, 200 g di farina di segale, 40 g di zucchero di canna, 2 cucchiaini di semi di cumino, 1 cucchiaino di lievito di birra granulare, sale fino qb. Fare la fontana e versarvi 250 g di lievito madre, 50 g di olio evo e 350-400 g di acqua tiepida. Impastare grossolanamente poi trasferire su un ripiano leggermente infarinato e continuare a impastare. L'impasto deve risultare un po' appiccicoso ma deve staccarsi bene dalle mani.



AMMASSARE

Il momento della lavorazione della massa è importante perché è in questa fase che il calore delle mani e la pressione esercitata sull'impasto favoriscono la scissione e la distribuzione delle molecole di glutine, rendendo il pane più digeribile. Quindi impastate con un movimento ritmico ed energico, ma assolutamente non frenetico, per almeno 10 minuti. Spingete bene la massa sul piano di lavoro permettendole di allungarsi a destra e a sinistra poi giratela di 90 gradi, ripiegatela e riprendete ad ammassare spingendo con forza.




LIEVITARE - primo giro

Trascorsi i 10 minuti formate una palla liscia e ponetela in un'altra terrina. Copritela con un canovaccio pulito e mettete a lievitare al riparo da correnti d'aria (nel forno se non dovete usarlo durante le ore successive oppure sopra i pensili della cucina). Il mio impasto ha impiegato qualche ora per lievitare ma il tempo è relativo a diversi fattori tra cui la temperatura e l'umidità dell'ambiente, per cui occorre regolarsi ad occhio. Con il tempo si affina questa capacità ma in generale possiamo dire che la massa deve raddoppiare di volume e presentarsi ben rigonfia.



LIEVITARE - secondo giro

A questo punto porre sul fuoco un pentolino completamente d'acciaio con dell'acqua per portarlo a ebollizione, quindi versare l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato, sgonfiarlo e lavorarlo per qualche altro minuto. Dividere quindi la massa in due parti dando loro la forma della pagnottella o del filoncino (in realtà la forma migliore per una cottura e resa ottimale è quella rotonda da un chilo ... ma io la trovo poco pratica quindi mi accontento di formare due filoncini da mezzo). Disporre le pagnotte su una teglia. Con il manico della paletta di legno praticare dei fori sulla superficie delle forme di pane oppure dei tagli con un coltello ben affilato. Taglio a croce per le pagnotte rotonde tre tagli paralleli e obliqui per quelle allungate. Porre la teglia nel forno a metà altezza e poggiare al di sotto il pentolino di acqua bollente. Chiudere il forno e NON APRIRLO fino a lievitazione ultimata. Per verificare che ciò sia avvenuto accendete la lampadina del forno e osservate: ancora una volta la pasta deve risultare gonfia e raddoppiata di volume.




CUOCERE

E' ora possibile accendere il forno a 180 grandi, senza aprirlo, lasciando dentro il pentolino. Cuocere per circa 40 minuti dal momento del raggiungimento della temperatura. Prima di sfornare effettuate le due prove di cottura: picchiettate il fondo della pagnotta, il suono dovrà essere sordo e "legnoso", poi inserite nella forma la lama di un coltello che una volta estratta dovrà risultare asciutta. Il vostro pane è pronto. Metterlo a freddare su una gratella.


GUSTARE CON GIOIA!!!



domenica 19 giugno 2011

aromatiche e altre verdi cose



salvia e mentuccia

Pur vivendo al quarto piano di un palazzo vicino al centro, con solo un terrazzino di un metro quadro, nutro la velleità di definirmi "aspirante pollice verde"!


prezzemolo

Da quando sono sposata ho cominciato a dovermi prendere cura di qualche piantina, ma a causa di qualche ... ehm ... insuccesso, mi ero messa in testa di essere negata con il verde e ci avevo quasi rinunciato. Solo il ciclamino, lo spatifillum e la dracena, piante tostissime, sopravvivono da più di 6 anni! Molte altre, ahimé, se ne sono andate!

prezzemolo e timo

Ma l'amore che nutro da sempre per piante e fiori è stato più forte e da qualche tempo (lo avrete capito dai miei ultimi post?!) ho deciso di riprovarci con più slancio! Ho comprato nuove piante per il nostro appartamentino, alcune ci sono state regalate e poi, con l'arrivo della primavera, i due davanzali della cucina si sono rivestiti di verde, ospitando le mie amate erbe aromatiche.

erba cipollina

Sono quelle che mi piace usare in cucina e rendono meno triste la vista dei palazzi ... E' bello e rilassante, la mattina presto, fare il giro dei vasi con la bottiglia d'acqua, dare il buongiorno a tutte le mie piantine, togliere le foglie secche, misurare l'umidità del terriccio con il dito, innaffiarle, incoraggiarle e rivolgere loro dolcemente qualche parola, come raccomandava la mia bizzarra nonna! E pensare che da bambina la schernivo, in cuor mio, per questo! ; )

basilico

E quando le innaffio la sera, con il buio, mi ringraziano con il loro fresco profumo!

rosmarino

A proposito della passione per il verde, vi segnalo un blog appena scoperto, molto carino. Si tratta di ortoweb, andate a dargli un'occhiata!


Infine un assaggio di quanto dia soddisfazione arricchire i propri piatti con le aromatiche del proprio "orto" ... avete mai provato gli agretti con aglietto fresco e mentuccia? Mondate e lavate gli agretti, lessateli in poca acqua per pochi minuti, scolateli e versateli in una terrina. Aggiungete l'aglietto fresco, le foglie di mentuccia lavate e asciugate. Per finire sale e olio evo di ottima qualità. Assaporate con gusto, sia tiepidi che freddi!



mercoledì 8 giugno 2011

confettura di ciliegie




Devo dire che per le mie prime confetture ho scelto la strada in salita: ciliegie! ... ce ne sono state regalate due buste che rischiavano di andare a male e così ho passato un'intera giornata a lavare, denocciolare, sterilizzare, poi pesare, zuccherare, cuocere ...


Tutti i lavori domestici lunghi e ripetitivi, soprattutto quelli che si svolgono in cucina, offrono tanto tempo per pensare e così, pensa che ti ripensa, sono giunta alla conclusione che la confettura di ciliegie potrebbe essere la metafora della mia vita: tanto lavoro e poco risultato! Ma scherzo!!! ; ) Solo pochi vasetti a dispetto di circa due chili di ciliegie e tante ore di lavoro ... ma volete mettere la soddisfazione? : D


Ecco la bollitura: mescolare, schiumare, mescolare, schiumare ... una sorta di pratica zen! Durante la cottura la fiamma deve essere moderata e se la confettura si gonfia e tende a uscire dalla pentola, basata schiumare e mescolare un po' ...


Importante: per denocciolare le ciliegie usate dei guanti in lattice (non quelli usa e getta!) se non volete andarvene in giro con le unghie e le dita marroncine per una settimana!


E poi finalmente il frutto di tanto lavoro è pronto da invasare! Però la prossima volta pesche!!! ; ) Bene, ora vi presento i miei signori vasetti. Sono vestiti a festa ... che volete, sono i primi e volevano darsi un tono!


Qui ci accoglie una simpatica coccinella. Le tags che vedete in queste foto sono opera mia ... era da tempo che non aprivo la scatola dello scrapbooking ... è stato un vero piacere!


Questa farfallina azzurra con una medaglietta dorata spero piaccia alla mia piccolina. In effetti tutti questi colori sono dedicati a lei in quanto grande divoratrice di marmellate, ma soprattutto perché ieri ha dovuto sentirsi rispondere troppe volte: "amore, ora non posso, sto pulendo le ciliegie ...".


Su questo vasetto piccino non ci puntate gli occhi eh? Lo so che è carino, ma è da regalare, ha già un destinatario!


Infine due vasetti di ciliegie sciroppate! Proprio qualche giorno fa ho letto su una rivista la ricetta di un cheesecake con le ciliegie sciroppate ... potevo resistere?!